NFT e IP
Le prime cause legali in USA fanno emergere i problemi legali sulla protezione del marchio e del diritto d’autore
Il Metaverso e il correlato fenomeno della tokenizzazione – in particolare i cd. NFT o Non Fungible Token – sono diventati ormai concetti della nostra vita quotidiana, anche se tutt’ora di non facile comprensione.
In particolare, per Metaverso si intende un mondo virtuale in 3D all’interno del quale, per il mezzo del proprio avatar, possono aver luogo diverse nostre attività quotidiane, come andare al cinema, visitare musei, fare acquisti in negozi di abbigliamento (anche di lusso). Tale realtà digitale è strettamente correlata ai cd. NFT, ovvero asset digitali generati su catene di blocco (blockchain) che permettono di identificare in modo unico un oggetto digitale o un diritto relativo a un bene fisico e, inoltre, di garantirne la titolarità sullo stesso. Attraverso gli NFT, infatti, si può acquistare un diritto di proprietà su qualsiasi bene unico, come un atto per un oggetto nel regno digitale o fisico.
Dal punto di vista procedurale, il diritto vantato su un bene si converte in un token digitale registrato all’interno di una blockchain, che costituisce il registro completo di tutte le transazioni incluse nel database e dove il bene stesso ed il token risultano collegati da uno smart contract (contratto intelligente). Quest’ultimo costituisce un’innovativa forma contrattuale che permette a due o più parti di stipulare un qualsiasi contratto (in forma scritta) senza ricorrere ad intermediari e senza incontrarsi personalmente: tutto avviene in automatico al verificarsi di determinate condizioni prestabilite dai contraenti stessi; i contraenti stipulano il “contratto intelligente” e successivamente quest’ultimo viene registrato nella blockchain.
Nonostante l’attuale assenza di un apparato normativo (giuridico e fiscale) che regoli gli NFT, gli stessi hanno suscitato un diffuso interesse in tutto il mondo da parte di ogni categoria di investitori – anche piccoli – in quanto la creazione, l’acquisto, la vendita e lo scambio (per finalità di investimento) di un NFT non risulterebbe esclusivo per le sole persone abbienti, anzi permetterebbe ad ogni persona di poter facilmente accedere anche a “beni di lusso”.
Nel Metaverso i loghi – oltre ad essere presenti all’interno delle vetrine virtuali – saranno impressi anche sugli abiti e gli accessori degli avatardei consumatori reali. Infatti, come nella realtà, gli utenti del Metaverso vogliono che i propri alter egovirtuali abbiano una personalità unica, magari “possedendo” oggetti di lusso o in edizione limitata.
Tra i settori maggiormente coinvolti da questo fenomeno spiccano quello dell’arte, della moda e del lusso. A titolo di esempio, Gucci ha creato uno spazio virtuale su una delle piattaforme più utilizzate in ambito NFT (The Sandbox), mentre Nike – che ha creato il suo mondo virtuale Nikeland su Roblox, che è essenzialmente una città digitale dove è possibile acquistare prodotti digitali Nike, ma anche giocare e praticare sport – ha acquisito il brand RTFKT che realizza NFT e utilizza la realtà aumentata (AR) per creare prodotti ed esperienze virtuali.
Sempre nel settore della moda, Ralph Lauren ha rilasciato una collezione di abbigliamento digitale di 50 pezzi nell’agosto 2021 e a marzo 2022 si è tenuta la prima Metaverse Fashion Week della storia della moda su un’altra piattaforma virtuale (Decentreland), dove importanti case di moda del calibro di Hogan hanno presentato in NFT una edizione digitale della prime luxury sneakers del marchio.
Tuttavia, il forte interesse suscitato nel settore è stato direttamente proporzionale alle problematiche verificatesi nell’ambito della protezione del marchio e della proprietà intellettuale; insieme ai nuovi progetti sono arrivati i primi contenziosi dove sono stati rilevati alcuni problemi legali del tutto inediti.
La nascita delle prime controversie legali in ambito NFT e IP ha avuto luogo negli USA, dove una delle principali battaglie legali che attualmente suscita scalpore è quella intercorsa tra la casa di moda Hermès e Mason Rotschild – un artista digitale di Los Angeles – citato in giudizio dall’azienda di moda per violazione del copyright.
In particolare, l’oggetto della disputa è riferito alla creazione da parte dell’artista delle “Metabirkins” NFT, 100 modelli in serie limitata che si ispirano alla celeberrima borsa del marchio francese, che era all’oscuro del progetto. Secondo l’accusa, Rothschild ha chiaramente approfittato dell’uso non autorizzato del marchio Hermès, lanciando oltre 100 oggetti digitali da collezione con il marchio “MetaBirkins” e guadagnando somme significative dalla vendita e rivendita degli NFT, creando in tal modo confusione sui consumatori in merito ai diritti che gli acquirenti acquisiscono per il tramite di un NFT (infatti, alcuni buyer pensano di comprare l’oggetto sottostante e tutti i diritti che la accompagnano; in realtà, stanno semplicemente comprando i metadati associati al bene).
Di contro, per fare e vendere arte che raffigura le borse Birkin, l’artista ha fatto appello al Primo Emendamento della Costituzione degli USA che garantisce la libertà di espressione e protegge gli artisti davanti ai tribunali del Paese. Sulla disputa è attesa la pronuncia di un giudice newyorkese.
Un altro rilevante caso giuridico sul tema in commento ha interessato uno dei più grandi marchi americani e mondiali, la Nike, che ha instaurato un contenzioso legale con StockX, piattaforma di reselling valutata 3,8 miliardi di dollari, accusandola di aver venduto oltre 500 NFT di scarpe Nike senza autorizzazione, danneggiando il marchio statunitense.
O ancora, lo scorso novembre la casa di produzione cinematografica Miramax ha citato in giudizio il regista Quentin Tarantino, per violazione del marchio, del copyright e del contratto, a seguito dell’intenzione da parte del regista di mettere all’asta NFT relativi al film del 1994 Pulp Fiction.
È inevitabile considerare che il diffondersi del fenomeno del Metaverso e degli NFT “a macchia d’olio” necessita di rapide e consistenti regole giuridiche e fiscali, di protezione del marchio e dei diritti di proprietà intellettuale, onde evitare “abusi giuridici” di vario genere. Nell’ambito IP, nonostante grosse multinazionali come Adidas e Nike abbiano depositato domande di registrazione dei marchi per fruirne nel Metaverso – con l’intenzione di offrire beni virtuali scaricabili per l’uso nei mondi virtuali – si registrano già i primi tentativi fraudolenti di registrazione di marchi famosi da parte di terzi per prodotti e servizi virtuali.
Dapprima, però, bisognerebbe delineare in modo definitivo il significato concreto di un NFT – nonché l’effettiva correlazione dello stesso con il bene “sottostante” – per poterne individuare la corretta collocazione in ambito giuridico e fiscale.
Alessandro Madau
Angelo Ferro